Una nuova norma per la salute dei giovani
La Regione Puglia ha introdotto una legge innovativa per contrastare il basso tasso di vaccinazione contro l’HPV. Da oggi, chi ha tra gli 11 e i 25 anni e vuole iscriversi a scuola o università dovrà presentare una prova di vaccinazione contro il Papilloma virus, oppure un documento che attesti il rifiuto consapevole. La Corte costituzionale ha dichiarato legittima questa scelta, approvando l’articolo 1 della legge regionale n. 22 del 2024.
Il vaccino anti-HPV è fondamentale per prevenire tumori come quello del collo dell’utero, del pene e della gola. La legge non obbliga a vaccinarsi, ma spinge verso una scelta informata e consapevole.
La strategia della Puglia: informare, non imporre
L’assessore regionale Fabiano Amati, primo firmatario della norma, ha spiegato che l’obiettivo non è forzare, ma guidare. L’intento è quello di far riflettere ragazzi e famiglie sull’importanza della prevenzione. La Regione vuole che ogni decisione sia frutto di consapevolezza e non di disinformazione o paura.
«È la vittoria della libertà informata», ha detto Amati. Nessun obbligo, solo l’impegno a sapere cosa si accetta e cosa si rifiuta. La speranza è che anche altre regioni italiane seguano questo esempio.
Il ruolo dei pediatri e la necessità di fare di più
Nonostante la disponibilità del vaccino, le coperture restano basse in tutta Italia. Secondo la Società Italiana di Pediatria, nel 2023 solo il 45,39% delle ragazze nate nel 2011 ha completato il ciclo vaccinale. Tra i ragazzi, il dato scende al 39,35%.
Il presidente della SIP, Rino Agostiniani, ricorda che il virus HPV non è solo un problema femminile. Proteggere anche i ragazzi è fondamentale per fermare la diffusione del virus. La prevenzione è la chiave per un futuro senza tumori legati al Papilloma virus.
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Articolo originale di Barbara Gobbi pubblicato su Il Sole 24 Ore – Link all’articolo