Più fondi non bastano 
Nel recente Documento di Finanza Pubblica (Dfp), il Governo ha previsto un aumento delle risorse destinate alla sanità. Un passo importante, ma non sufficiente. La Fondazione Gimbe, che ha analizzato i dati ufficiali, sottolinea che la spesa sanitaria resta comunque troppo bassa. Il peso sul Pil rimane fermo al 6,4% almeno fino al 2028.
Il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, ha dichiarato che, nonostante le difficoltà economiche generali, l’Esecutivo è riuscito a evitare tagli drastici. Tuttavia, senza un vero incremento rispetto al Pil, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) continuerà a restare in affanno.
Una crescita che non convince
Nel 2024, la spesa sanitaria ha superato i 138 miliardi di euro, con un aumento del 4,9% rispetto al 2023. Una crescita importante in valore assoluto, ma debole se rapportata all’andamento dell’economia. L’incidenza sul Pil è aumentata solo dello 0,1%, arrivando al 6,3%.
Gran parte di questi fondi è stata utilizzata per i rinnovi contrattuali del personale sanitario. Pochi, invece, gli investimenti reali in strutture, tecnologie o servizi per i cittadini.
La situazione è resa ancora più fragile dalla revisione al ribasso delle stime di crescita economica contenute nel Dfp, rispetto al Piano approvato nel settembre scorso.
Cosa serve davvero alla sanità
Per garantire una sanità pubblica forte, accessibile e moderna, serve una visione a lungo termine. Non basta aumentare le risorse una tantum: è necessario un piano strutturale, con fondi certi e ben distribuiti.
La Fondazione Gimbe propone di riportare la spesa sanitaria almeno al 7% del Pil, in linea con la media europea. Solo così si potrà garantire un SSN capace di rispondere alle nuove sfide sociali, demografiche e tecnologiche.
Fonte:
Fondazione Gimbe – www.gimbe.org
Fonte dati: ANSA – ansa.it